Seconda stagione di Mr. Robot: intervista con Rami Malek (Elliot Alderson)

Ecco un’intervista con l’attore che interpreta il protagonista della serie Mr. Robot, Rami Malek!

D: Com’è lavorare in una serie come Mr. Robot mentre invece gli spettatori scoprivano lo snodarsi delle vicende della prima stagione settimana dopo settimana?

R: Filmavamo così tanto che era abbastanza difficile percepire tutto, ma è stato bello una volta finite le riprese, rilassarsi e vedere che le persone erano attratte da queste cose. E a chi piace, troverà sicuramente delle belle avventure man mano che si va avanti. Volevo certamente vedere la reazione, perché sapevo che sarebbe stata unica in qualsiasi caso.


D: La più grande rivelazione nel finale della prima stagione è che finalmente capiamo chi sia veramente Mr. Robot. I tuoi amici te l’avevano domandato? E come ti sentivi a custodire questo segreto prezioso?

R: Non è stato divertente, ero preoccupato di vuotare il sacco accidentalmente (ride). Sì, è un po’ come scegliere le fedi per qualcuno a un matrimonio ed esserne responsabili. Mi rendeva un po’ ansioso pensare “sarò io a vuotare il sacco?” “Che succede se mi fanno un’intervista e finisco per non pensarci e dico tutto?” Ma sì, è stato anche divertente vedere insieme ad altri membri del cast quando gli altri sul set scoprivano tutto e mettevano insieme i pezzi del puzzle, perché i copioni arrivavano, ma non tutti avevano accesso a quelle informazioni. Quando ci hanno dato l’episodio otto e nove, la gente era molto sorpresa ma anche un po’ arrabbiata, dicevano tipo “come avete potuto?” Ma la parte più bella è la lettura del copione. Di solito mi siedo di fronte a Christian Slater (Mr. Robot) e le sue espressioni facciali mentre leggo il copione sono senza prezzo. Si diverte moltissimo con tutti. Ma noi due insieme, che guardiamo tutti mentre si rivelano i segreti durante la lettura, è sempre un momento molto speciale.

D: Ma Sam Esmail (Creatore/Scrittore/Regista), ti aveva rivelato fin dall’inizio chi fosse Mr. Robot?

R: Lo sapevo fin dall’inizio. Ci siamo seduti e io volevo sapere ogni cosa ci fosse da sapere. L’ho inondato di domande e ancora lo faccio… ho pensato, se sono informato su tutto posso fare meglio il mio lavoro, e anche lui la pensava così. Quindi non penso abbia avuto problemi a rivelarmi tutto, me l’ha detto quasi subito. Sam Esmail ora tiene molto meglio i segreti rispetto al passato, a un certo punto si è seduto per raccontarmi il resto della storia ma poi ci ha ripensato e non l’ha fatto. È una persona talmente brillante. Quando mi ha raccontato della seconda stagione, eravamo al telefono, mi ha spiegato ogni singolo momento di quel che avveniva per Elliot. Ero stupefatto. Non capisco come si possano ricordare tutti quei particolari su un solo personaggio.

D: Piuttosto che ricevere i copioni un episodio per volta, quest’anno avete ricevuto tutto in una sola volta… questa cosa vi aiuta a priori nella vostra interpretazione?

R: Sì, abbiamo avuto tutti gli episodi. No, ci ho pensato. Ci sono stati momenti nella scorsa stagione dove ricevevo i copioni qualche giorno prima delle riprese di un episodio e non avevo abbastanza tempo per avvicinarmici perché ero lì ogni giorno, e c’erano veramente tante cose nuove. Era utile in un certo senso perché sono arrivato a conoscere il personaggio abbastanza bene da riuscire a reagire come deve reagire Elliot. Attacco o fuga. Ma adesso posso indugiare meglio su dove andrà e perché ci andrà e analizzare meglio rispetto all’anno scorso. Sono entrambi modi unici per lavorare e non so quale preferisco. Dovrei aggiungere però, che se dovessi filmare tutti e dieci gli episodi come se fossero un lungo film, non lo farei mai senza uno come Sam Esmail.

D: Come fa Sam Esmail a comunicare tutte le informazioni riguardo i personaggi presenti nella sua mente?

R: Ciò che rende Sam Esmail unico è che è senza pretese. È semplicemente umano, per quanto suoni strano. In quanto a personalità e modo di fare con gli attori, tutto scorre in modo facile e calmo. Ma è un uomo con un talento unico e riesce a scrivere una storia e dirigerla e anche a lavorare con i tecnici sui tagli. Come ho detto, è un uomo molto capace, ha una visione, è qualcuno di cui potersi fidare, e noi tutti lo facciamo. C’è veramente un bel rapporto tra di noi, si chiacchiera molto sul set e sentiamo spesso i tecnici del montaggio ridere tra una scena e l’altra perché a Sam piace riprendere invece che fare i tagli. Quindi non appena si finisce una scena e ci ritorniamo, lui ci mette lo zampino. Mi sono sempre chiesto perché lo facesse, perché ci mantenesse sempre in una specie di flusso… non credo piaccia a tutti gli attori, ma a me piace, ritornarci e sistemare subito le cose. E Sam lo sa.

D: Nella prima stagione, molte delle cose che accadono intorno a te ti permettono di essere un reazionario. Ma adesso che sai che hai una voce che si manifesta nelle sembianze di tuo padre, come si dispiegherà la seconda stagione per Elliott, ora che sa la verità sulle persone intorno a sé?

R: Il mio personaggio, Elliot, è sconvolto a inizio stagione. Cerca di lottare per mantenere la sanità mentale e Elliot non prova mai a fare le cose come le farebbe qualsiasi altro essere umano. Guardarlo mentre cerca di spiegarsi le cose e gestirle, può essere a momenti triste e a volte può ispirarti. Ma non manca mai il fallimento quando si parla di lui.

D: Com’è lavorare con Christian Slater (Mr. Robot)? Come tiene viva la performance durante le vostre scene insieme?

R: Beh, Christian Slater può rappresentare qualità paterne anche se non è molto più vecchio di me, perchè ha l’età che Elliot ricorda del padre. E poi sa come comportarsi sia come personaggio che come attore. Christian sa come raggiungere le persone ed è quello che fa con Elliot. É divertente per noi poter giocare in quel modo e voglio che mi spinga al limite. E voglio che anche Sam Esmail mi spinga al limite. Quindi quando io e Christian giriamo le scene insieme, non ci sono freni.

D: Ci sono alcuni momenti che ti sorprendono? Queste scene sono molto intense.

R: Sì, ci sono sempre momenti del genere. Momenti in cui penso “grazie a Dio quella l’abbiamo già girata” e provo sollievo. Ma ci sono anche momenti di incredulità per come sono riuscito a cavarmela o per come un altro attore sia riuscito a cavarsela. Conosco il copione abbastanza bene quindi so quando arrivano le giornate importanti per tutti e mi piace parlare con gli altri attori per capire se va tutto bene. Perché so esattamente cosa significa per tutti noi attraversare quei momenti emotivi e voglio assicurarmi che tutti abbiano il supporto di cui hanno bisogno.

D: È facile “spegnere” Elliot dopo le riprese?

R: Diciamo che ci sto lavorando. Posso dire però che sono proprio i piccoli momenti, anche i momenti di pirateria informatica, che a volte penso saranno solo un altro momento di semplice pirateria, ma a volte finiscono per essere le cose più fighe che facciamo. Non pensavo l’avrei mai detto. (ride)

D: A parte il fatto che la serie sia basata sulla pirateria informatica, si parla anche di sanità mentale. Come si sviluppa la verità di fronte a ciò che Elliot sta vivendo, a livello realistico?

R: Ho letto molti libri e guardato molti video di esperti riguardanti persone che avevano gli stessi problemi. La cosa più utile in assoluto è stata parlare con Jenny Morrie, una psicologa. Ci dilungavamo e poi davo i miei appunti a Sam Esmail. Lui mi chiese dove li prendevo e alla fine ci andò anche lui. E l’abbiamo portata sul set. Adesso è la nostra consigliera. È stata proprio lei a dirmi che questa serie potrebbe aiutare molte persone se fatta bene. Quindi non ho la minima intenzione di ostracizzare nessuno perché so che ha aiutato molte persone. Posso solo dire che se ci si riesce a ritrovare in qualsiasi cosa che accade [a Elliot], è proprio questo il punto.

D: Sam Esmail è un artista visivo incredibile per il modo in cui inquadra ogni cosa, come ci si sente ad essere un attore ritratto nelle sue “tele”?

R: È fantastico perché giriamo con delle lenti talmente grandi che molte cose dietro di noi rimangono nitide. È proprio un quadro sugli schermi ogni volta che si lavora. Tutto ha significato, quindi puoi stare in una di quelle scene per un po’ e poi iniziare a collegare idee e pensieri sugli indizi che potrebbero rivelare le intenzioni dell’attore. In qualche momento guardo e dico beh, non sono molto più importante dell’illuminazione in quell’angolino. Spero che non sia proprio così, ma a volte me lo chiedo (ride).

D: C’è qualche scena della seconda stagione che pensi che i fan apprezzeranno in modo particolare?

R: L’inizio del quinto episodio. Se la gente non è sconvolta da quello, non so da cosa potranno esserlo.

Fonte: Universal Pictures Italia

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