La casa de papel 3: i timori di chi è già soddisfatto

Il 18 aprile Erik Barmack ha annunciato che “La casa de papel 3” si farà e quando ho scoperto questa notizia ho avuto paura.

Cercherò di spiegarvi le motivazioni che mi fanno temere che questa terza parte possa rovinare quanto di buono fatto fino ad ora, ma prima un piccolo ripasso sulla serie in questione.        

“La casa de papel” narra le vicende di otto rapinatori (Tokyo, Berlin, Helsinki, Denver, Oslo, Nairobi, Mosca e Rio) che dopo essere stati contattati da uno strano individuo, il Professore, progettano una rapina alla zecca dello stato spagnolo. Sarà proprio il Professore a organizzare e a guidare le gesta degli otto rapinatori dall’esterno. La serie segue anche le vicende dei poliziotti e dei mediatori che fuori dalla zecca stanno cercando di salvare la vita degli ostaggi che nel frattempo sono stati fatti prigionieri. Il piano non prevede di rubare soldi, ma di guadagnare più tempo possibile nei negoziati per poter stampare il maggior quantitativo di denaro.

Attenzione da qui iniziano gli spoiler, se non avete ancora visto la serie vi sconsiglio di continuare!

Tutte le volte in cui la situazione sembra degenerare, ogni volta in cui sembra che questa volta le cose non riusciranno come il Professore aveva pianificato, ecco che in realtà grazie a dei flashback che ci riportano nella casa-scuola del crimine in cui il Professore ha istruito i suoi compari, scopriamo che tutto sta andando secondo i piani.

Prevede anche di sedurre il capo ispettore Raquel Murillo, che si sta occupando dei negoziati. Sono poche le cose che Sergio Marquina (il nome che sta dietro al Professore) non ha previsto, come ad esempio innamorarsi dell’ispettore e questo lo porterà a correre rischi che forse non avrebbe preso.

La serie è una scarica continua di adrenalina, i colpi di scena abbondano, ma allora perché temere nella buona riuscita della terza parte di questa fortunata serie televisiva?

Le motivazioni che mi fanno essere pessimista sono almeno due.

La prima sta nel finale della seconda stagione che è semplicemente perfetto per la chiusura della serie. Dopo essere fuggiti dalla banca e aver pianto i propri morti ognuno va per la sua strada. I personaggi che abbiamo visto per due stagioni vestiti con la tuta rossa e la maschera di Salvador Dalì ora sono nei loro abiti civili con un look stravagante e iniziano a mischiarsi tra la folla consapevoli di aver compiuto la rapina del secolo. Raquel, che avevamo visto in manette, è stata prosciolta, ha lasciato la polizia e riguardando le cartoline regalategli da Salva (altro alias del Professore), lo va a cercare per poi incontralo di nuovo come già li avevamo visti all’inizio della serie.

Questo finale di stagione chiude un ciclo in maniera perfetta, riesce a non lasciare la malinconia che la serie sia finita perché i personaggi si sono conclusi e finisce come tutti in cuor nostro avremmo voluto.

La seconda nasce da una domanda che mi sono posto: cosa può dare ancora “La casa de papel”?  Una delle particolarità che ha fatto stare attaccati milioni di spettatori è sicuramente l’ambientazione in cui “la casa de papel” si sviluppa: la rapina.

E’ l’ambiente che si crea durante la rapina che è stimolante, è vedere come il Professore ha organizzato tutto e come riesce sempre ad uscirne quando le cose vanno male che rende intrigante la serie, ma ora che tutto è finito? Cosa decideranno di fare gli autori?

Se la strada è quella di Quantico, ovvero di riutilizzare il modello della prima stagione anche nella seconda cambiando luogo, credo che la vita della serie sarà molto breve.

Cosa fare allora? Nel 2019 quando è prevista l’uscita della serie guarderò le prime puntate e cercherò di capire il trend della serie, ma se dovesse confermarsi quello che temo per me “La casa de papel” è finita con il sorriso che Raquel e Salva si sono scambiati nel bar sulla spiaggia panamense.

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