Caro Noah Puckerman…

Caro Noah Puckerman…

Quante che te ne abbiamo viste passare dal 19 Maggio 2009 al 20 Marzo 2015 e credo che questo sia proprio il momento giusto per ricordare tutte le tue avventure insieme.

Nella serie musicale più famosa degli ultimi vent’anni ti sei distinto come co-protagonista, nei panni del giocatore di football stereotipato, migliore amico di Finn Hudson, hai iniziato col piede sbagliato dentro il Glee club, con le più sbagliate motivazioni a spingerti a cantare, ma il tuo percorso si è concluso nel migliore dei modi.

Ti abbiamo visto scatenarti tra i corridoi della William McKinley High School, con in braccio la tua fidata chitarra, sognando ad occhi aperti tra corsi di geografia e attimi di ribellione, intervallati da coreografie con cheerleader e studenti di ogni specie, lasciando interdetti e a bocca aperta tutti i tuoi compagni di corso.

Ti abbiamo visto vivere fatui amori fin dal primo anno: Quinn, Rachel, Santana, Mercedes, Lauren, Shelby…

Ma alla fine sei tornato sempre dalla stessa ragazza, madre di tua figlia Beth, e vero amore della tua vita, concetto che, una volta diventato davvero adulto, hai compreso appieno grazie anche al sostegno di tutto il tuo gruppo. Perché, sotto la dura maschera, abbiamo capito che si nascondeva un cuore tenero e un animo pronto a tutto per i propri affetti.

Hai dato prova di te stesso anche nei momenti più duri. Non dimenticheremo mai il tuo dolore per la perdita del tuo migliore amico, le vostre passioni condivise, la frustrazione di non aver potuto fare di più e il tentativo di rimediare alle mancanze nei suoi confronti.

Ti abbiamo visto anche nelle vesti di padre, anche se nessuno ti avrebbe mai considerato abbastanza maturo per diventarlo. Hai dato prova delle tue capacità, della tua determinazione, del tuo affetto smisurato per una bambina che hai riconosciuto subito come tua anche se le circostanze dimostravano il contrario.

Sei stato dolce come pochi in alcuni momenti e, forse, proprio grazie alla tua Beth, hai finalmente capito il significato della parola “crescere”.

Ma tra tutte le tue performance da solista, tutti i tuoi duetti, i tuoi cori, tutte le tue messe in scena, i costumi che non volevi adeguarti a mettere e le gare, non dimenticheremo mai la prima volta che hai trovato il coraggio di prendere in mano quella chitarra, tua più grande compagna d’avventure in questo viaggio, e di cantare da solo qualcosa di significativo davanti ad un pubblico vero, allora come oggi.

Grazie Noah per averci regalato emozioni indimenticabili insieme ai tuoi amici.

Ora puoi continuare a essere ricordato per la tua voce, il tuo carisma, il tuo personaggio tanto cresciuto e forse difficile da capire, ma che fino alla fine abbiamo amato, tranne in quei momenti in cui facevi proprio ammattire tutti.

Come una volta hai cantato anche tu…

…”Keep holding on ‘cause you know we’ll make it through”. Forse qualcuno avrebbe dovuto ricordarti queste parole al momento giusto, quando tutto ti sembrava perduto…

Personalmente ancora adesso a vedere questa versione mi emoziono, e forse è proprio grazie all’intensità che ci hai messo ad interpretarla.

Ti ricorderemo sempre Puck.

R.I.P.

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