Tell Me A Story: recensione e riflessione sulla serie

Si è conclusa il 3 gennaio la intrigante serie Tell Me A Story della CBS, ed è quindi giunto il momento di proporvi una personale recensione.

Per chi non la conoscesse la serie si basa sulla linea delle fiabe famose, tre in particolare nella prima stagione, che sono “I tre porcellini”, “Hansel e Gretel” e “Cappuccetto Rosso”, metaforizzate al limite e ricondotte al mondo di oggi prendendo in considerazione tematiche attuali che ti fanno quasi sentire parte della storia stessa. Tre trame slegate che a un certo punto si intrecciano lasciando lo spettatore nello sconcerto generale e quello più ferrato sul tema fiabesco con sulle labbra le parole “Ah giusto! Era così logico!”.


La serie non può non piacere, non lasciare chi la guarda col fiato sospeso e diversi attacchi d’ansia mancati perché ricca di colpi di scena da farla in barba a “Once Upon A Time”, che sembrava essere la serie cui si ispiravano gli autori.

Ad ora ho delle considerazioni e degli eventuali pronostici da fare, ergo se non l’avete vista correte a cercarla (sono solo 10 episodi, potete farcela!) perché le prossime righe saranno piene di spoiler!

Vorrei essere ordinata perciò andrò ad analizzare le tre trame singolarmente, soffermandomi sui vari personaggi.

I TRE PORCELLINI

I tre suini si sono trasformati in tre trafficanti di varia specie, a partire dallo sprovveduto della “casa di paglia”  Eddie (Paul Wesley),

a seguire il secondo un po’ più furbo e legato ai propri affetti della “casa di legno”  Mitch (Michael Raymond James)

e concludendosi con l’ultimo dei tre, il più intelligente e scaltro, che paziente si costruisce la propria “casa di mattoni”  per essere sicuro da eventuali attacchi, ovvero Sam (Dorian Missick).

Ciò che più ha lasciato di stucco, oltre ovviamente alla vera identità del terzo porcellino ben celata dietro la facciata di detective e buon padre di famiglia, è quella invece del “lupo” che dopo qualche puntata intuiamo essere Jordan (James Wolk)

che diventa il vero protagonista della sotto-trama grazie al suo movente, ovvero l’assassinio della fidanzata Beth (Spencer Grammer).

Questo in parte lo distingue dall’antagonista della fiaba, figurato come un animale feroce e senza cuore, ma dato che rispetto ad altri non tocca le vittime ma cerca di farle fuori grazie alla potenza del suo soffiare, alias eliminare le loro certezze per renderli più deboli, alla fine rispecchia appieno il tutto. L’unica differenza sostanziale che c’è è la relazione tra i tre delinquenti: a differenza dei primi due, fratelli di sangue e anche a livello relazionale, che si difendono e aiutano l’un l’altro, il terzo non li salva e aiuta come nella fiaba ma risulta al contrario essere un solitario, ingannevole al punto giusto e non si fa scrupoli nell’abbandonarli al momento del bisogno.

HANSEL E GRETEL

Forse tra le tre fiabe quella con le identità meno chiare, ma ho una mia teoria. La parte dei poveri fratellini Hansel e Gretel, alias Gabe e Hannah (Davi Santos e Dania Ramirez), rispecchia la fiaba seppur i protagonisti siano contornati e farciti da aspetti della loro personalità secondo me superflui (l’omosessualità di Gabe mai più approfondita, il passato da soldatessa di Hannah e altre tragedie decisamente fini a se stesse) .

Il discorso dei soldi/casetta di dolciumi, il padre morto in povertà e la scaltra sorella maggiore che si prende cura del fratellino ingenuo filano esattamente sulla linea dei fratelli Grimm, ciò che non mi è chiaro ancora adesso è il ruolo della Strega Cieca. A fine stagione potrei dire si rispecchi chiaramente nella bella Katrina (Becki Newton), tanto gentile all’aspetto quanto poi diabolica e senza cuore, ma anche la madre di quest’ultima, anche grazie alla metafora della tortura per “preparare” la vittima, potrebbe rispecchiarla benissimo. Inizialmente pensavo potesse essere la madre dei due fratelli Madeline (Polly Draper) ma dopo averla vista vendere direttamente i figli ai loro inseguitori era chiaro che rivelasse il ruolo appunto della madre/matrigna (ci sono più versioni) nella fiaba originale. Sostanziale differenza: sul finale i bambini si ricongiungono col padre facendo ricchezza e abbondanza sugli averi della strega morta, facendola in barba alla madre che ha abbandonato il padre; qui Hannah e Gabe sostituiscono alla presenza del padre l’amico di lei Terry (Kurt Yaeger) che si prende cura di loro come una famiglia.

CAPPUCCETTO ROSSO

Arriviamo infine alla trama più coinvolgente a detta del pubblico (e mia!).

La piccola e scaltra Cappuccetto Rosso si identifica nell’adolescente Kayla (Danielle Campbell, della famiglia Dobrev/Justice) che vive con la nonna Colleen (Kim Cattrall) e il padre Tim (Sam Jaeger).

Già dal nucleo famigliare possiamo notare delle differenze: “Cappuccetto”  ha perso la madre ma non il padre (su questo ritornerò tra qualche riga), e la nonna abita con loro e non va raggiunta con un paniere pieno di fiori e focaccine perché malata (anche se c’è un punto in cui effettivamente si ammala e Kayla deve raggiungerla, ma va beh…).

Best character? Ovviamente il Lupo Cattivo, alias l’affascinante Nick Sullivan (Billy Magnussen), che rispecchia perfettamente il ruolo dello spietato e psicopatico antagonista.

Un personaggio davvero ben fatto sotto ogni aspetto, che ha reso interessantissima la sua sotto-trama, ricca di spunti di riflessione sul tema “relazioni fugaci”, stalking, violenza sulle donne e differenza d’età nella coppia.

Non tutti sanno, inoltre, che in alcune versioni della fiaba il padre di Cappuccetto muore ucciso proprio dal lupo cattivo e per questo la madre risulta così apprensiva nei confronti della piccola nel mandarla in giro da sola. Vi dice qualcosa? Ebbene, a ruoli invertiti, si palesa qui la stessa situazione!

Ho apprezzato la lieve variazione di trama sul finale, nel quale sì è “il cacciatore”, ovvero Tim, a salvare nonna e figlia dalle “fauci” del lupo cattivo, ma il colpo di grazia lo riceve proprio da Kayla stessa. Personalmente l’ho presa come un messaggio alle donne vittime di soggetti del genere, come a dire “potete farcela anche da sole”. A questo proposito il personaggio di Kayla incarna perfettamente l’argomento trattato in questa sotto-trama, al pari del suo nemico.

Giunti alla fine, cosa ci aspettiamo ora dalla seconda stagione (perché, sì, fortunatamente è stata rinnovata)?

Io ho idea che gli autori vogliano prendere in considerazione tre nuove fiabe, dato che le prime si sono degnamente concluse senza lasciare buchi di trama e che la categoria delle stesse è davvero vasta per dare nuovi spunti.

Toto scommesse: Pollicino, Biancaneve e Il soldatino di stagno.

Voi che ne pensate?

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